
La storia della Fondazione In Veritate et Charitate è inscindibile da quella del suo fondatore, Mons. Francesco Cuccarese.
Nato a Tursi nel 1930, Francesco Cuccarese respirò fin da bambino la fede genuina della sua terra. Ordinato sacerdote nel 1953, iniziò il suo ministero tra le parrocchie lucane, dove imparò a conoscere i bisogni concreti della gente: la povertà, la solitudine, ma anche la forza della speranza. Fu proprio lì che maturò la convinzione che il Vangelo non potesse restare solo parola, ma dovesse diventare gesto, opera, vita donata.
Nel 1979 Giovanni Paolo II lo chiamò all’episcopato, nominandolo Arcivescovo di Acerenza. Il motto scelto per il suo stemma, “In veritate et charitate”, divenne la bussola di tutta la sua vita. Durante il terremoto dell’Irpinia, Mons. Cuccarese fu tra i primi a muoversi: grazie alla Caritas nacque il “Villaggio Tabor”, segno concreto di una Chiesa che non abbandona chi soffre.
Trasferito poi a Caserta e infine a Pescara-Penne, portò sempre con sé la stessa passione: tradurre la fede in opere. A Pescara fu pioniere nell’assistenza ai malati di AIDS, istituendo una struttura di lunga degenza che testimoniava vicinanza e misericordia quando ancora la malattia faceva paura.
Da queste esperienze nacque il sogno di dare forma stabile a un’opera che custodisse e rilanciasse questo slancio di carità. Così prese vita la Fondazione In Veritate et Charitate (IVEC). Non un ente burocratico, ma un cuore pulsante di iniziative missionarie, educative e sociali, che portavano lontano lo spirito di un vescovo capace di guardare oltre i confini della sua diocesi.
Con la Fondazione, Mons. Cuccarese riuscì a sostenere la costruzione di scuole a Mosca e in Bolivia, di centri di recupero per ragazzi in Brasile, di chiese e seminari in Polonia, Bielorussia e Ucraina, di ospedali e centri sanitari in Africa, fino a progetti ecumenici come il Centro “Giovanni Paolo II” a Danzica.
Ogni opera era pensata come risposta a un bisogno concreto, ma anche come segno spirituale: un ponte tra culture, un seme di speranza, una casa aperta a chi era senza casa.
Quando nel 2005 lasciò la guida della diocesi di Pescara-Penne per raggiunti limiti di età, Mons. Cuccarese si trasferì a Roma, diventando Canonico del Capitolo della Basilica di San Pietro. Ma la Fondazione rimase per lui il prolungamento naturale del suo ministero: attraverso di essa, il suo motto episcopale continuava a vivere e a generare frutti.
L’11 marzo 2025, a 95 anni, Mons. Cuccarese tornò alla Casa del Padre. La sua eredità però non si spense: oggi la Fondazione IVEC prosegue la sua missione, fedele allo spirito del suo fondatore, coniugando verità e carità in ogni iniziativa.
Questa è la nostra storia: la storia di un pastore e di un’opera che non si appartengono, perché entrambi hanno lo stesso cuore.
Un cuore che continua a battere ovunque ci sia bisogno di speranza.
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