FONDAZIONE IN VERITATE ET CHARITATE ONLUS
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Le Nostre Opere

La Scuola Elementare di Mosca

A Mosca, negli anni di grande cambiamento che seguirono il crollo dell’Unione Sovietica, Monsignor Francesco Cuccarese comprese che il futuro della fede e del dialogo tra i popoli passava dai più piccoli. Attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate nacque una scuola elementare speciale, aperta sia ai bambini cattolici che a quelli ortodossi. Non era soltanto un edificio con aule, banchi e lavagne, ma un laboratorio di fraternità. Ogni mattina, entrando in classe, i bambini imparavano non solo a leggere e a scrivere, ma anche a guardarsi negli occhi senza diffidenze, a condividere il gioco e il pane, a scoprire che l’altro non è un nemico ma un compagno di strada. In quelle aule la fede si faceva gesto, il dialogo diventava quotidiano, e il motto del vescovo “In veritate et charitate” si trasformava in una pedagogia semplice e rivoluzionaria: educare nella verità e nell’amore.

Centro di recupero per l’infanzia a San Salvador de Bahia

Nelle strade calde e rumorose di San Salvador de Bahia, tra baraccopoli e contraddizioni sociali, tanti bambini crescevano senza casa, senza scuola e senza prospettiva. Monsignor Francesco Cuccarese, attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate, decise che proprio lì andava aperta una porta di speranza: un centro capace di accogliere, nutrire ed educare i più piccoli.
Non era soltanto un rifugio, ma una vera famiglia: spazi per giocare, mense per condividere il pane, aule per imparare a leggere, cortili dove riscoprire la gioia di essere bambini. Per quei ragazzi, abituati all’abbandono, trovare qualcuno che li chiamava per nome significava rinascere. Ogni sorriso riconquistato era il segno che la carità non è mai astratta, ma si traduce in volti, mani, carezze e futuro.

La Chiesa della Divina Misericordia a Kiabakari – Tanzania

Nel cuore dell’Africa, a Kiabakari, un piccolo villaggio della Tanzania, la fede della gente semplice attendeva un segno visibile che potesse raccogliere speranze e preghiere. Monsignor Francesco Cuccarese, mosso da una profonda devozione alla Divina Misericordia, volle che lì sorgesse una chiesa che non fosse solo un edificio di pietra, ma una casa di Dio capace di accogliere tutti. Con il sostegno della Fondazione In Veritate et Charitate, i mattoni presero forma e si innalzò un santuario che ben presto divenne punto di riferimento per l’intera regione.
Ogni celebrazione, ogni canto, ogni preghiera che riempiva quelle mura raccontava l’amore misericordioso del Signore. Per la popolazione locale, quella chiesa fu un dono inestimabile: un luogo dove incontrare Dio, ma anche dove ritrovare comunità, dignità e speranza. In mezzo a tanta povertà materiale, la ricchezza più grande fu quella spirituale, seminata in verità e carità.

Le Facoltà Universitarie a Mosca

Nella Mosca degli anni di apertura e fermento culturale, dove il dialogo tra fede e società stava riscoprendo spazi insperati, Monsignor Francesco Cuccarese colse un’opportunità unica: dare vita a un polo universitario che unisse studio, confronto e ricerca. Con il sostegno della Fondazione In Veritate et Charitate furono promosse facoltà dedicate alle Scienze delle Religioni, alla Sociologia e alla Psicologia, discipline capaci di parlare all’uomo contemporaneo e di interpretarne i bisogni più profondi.
Non si trattava di trasmettere solo nozioni, ma di offrire strumenti per capire la realtà e viverla alla luce della fede. Aule universitarie che diventavano luoghi di dialogo ecumenico, biblioteche che custodivano la sapienza dei popoli, docenti e studenti che, insieme, cercavano la verità. In quelle facoltà il sogno di Mons. Cuccarese si tradusse in un messaggio chiaro: la conoscenza, quando è illuminata dalla carità, diventa ponte tra culture e via di fraternità.

Il Centro Ecumenico “Giovanni Paolo II” a Danzica – Polonia

A Danzica, città simbolo della libertà e della rinascita spirituale della Polonia, Monsignor Francesco Cuccarese volle lasciare un segno che parlasse di unità. Con la Fondazione In Veritate et Charitate sostenne la nascita del Centro Ecumenico Internazionale dedicato a San Giovanni Paolo II, il Papa che aveva fatto del dialogo tra le Chiese una missione universale.
Il Centro non era soltanto un edificio, ma uno spazio di incontro dove cattolici, ortodossi e fedeli di altre confessioni potevano pregare, studiare e confrontarsi. Sale luminose ospitavano convegni, conferenze, momenti di formazione, mentre le cappelle interne offrivano il silenzio dell’adorazione e la bellezza della liturgia. In quella casa comune, il sogno ecumenico prendeva forma: non più parole distanti, ma gesti concreti di fraternità. Per la comunità locale, il Centro divenne un faro di speranza, una prova che l’unità dei cristiani è possibile quando si sceglie di camminare insieme in veritate et charitate.

La Cappella di Adorazione per le Suore di Santa Faustina

Tra le mura silenziose di un convento, dove la preghiera diventa respiro e la vita quotidiana si fa offerta, Monsignor Francesco Cuccarese volle donare alle Suore di Santa Faustina un luogo che custodisse l’essenza della loro spiritualità: l’adorazione perpetua. Grazie al sostegno della Fondazione In Veritate et Charitate fu realizzata una cappella semplice e luminosa, pensata come cuore pulsante della comunità religiosa.
Lì, davanti al Santissimo Sacramento, le suore trascorrevano ore di silenzio, intercedendo per la Chiesa e per il mondo. Ogni lampada accesa, ogni canto sussurrato, ogni sguardo rivolto all’Eucaristia raccontava la fede di chi crede che l’amore di Dio sia la vera forza capace di trasformare l’umanità. Quella cappella divenne non solo un luogo di preghiera, ma un faro spirituale per tutti i fedeli che vi entravano: un invito a lasciarsi avvolgere dalla misericordia e a riscoprire la bellezza della contemplazione.

La Casa per ragazze madri a Wadowice – Polonia

A Wadowice, la città natale di San Giovanni Paolo II, Monsignor Francesco Cuccarese volle che la carità avesse il volto della maternità. Attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate nacque una casa dedicata a ragazze madri in difficoltà, un rifugio sicuro per chi si trovava sola e senza sostegno. La struttura fu intitolata a Emilia, la madre del Papa, come segno di riconoscenza verso colei che aveva donato al mondo Karol Wojtyła.
In quelle stanze semplici ma accoglienti, giovani donne trovavano ascolto, protezione e la possibilità di crescere i propri figli in un ambiente di dignità. Non era solo un tetto, ma una comunità che restituiva speranza e coraggio. Ogni culla, ogni carezza, ogni sorriso riconquistato testimoniava che la vita è sempre un dono prezioso, da custodire e accompagnare. Così, nel nome della Madre di un grande Papa, la carità diventava maternità condivisa e amore concreto.

La Chiesa e il nuovo Episcopio a Kielce – Polonia

A Kielce, città dal profondo radicamento cristiano, Monsignor Francesco Cuccarese volle che la Chiesa locale avesse segni nuovi di vita e di futuro. Con il sostegno della Fondazione In Veritate et Charitate fu realizzata una nuova chiesa e venne edificato l’episcopio, casa e cuore della comunità diocesana. Non si trattava solo di mura e uffici, ma di un centro vivo, dove il vescovo potesse accogliere i fedeli, ascoltare le loro storie, guidare con paternità il cammino del popolo di Dio.
La chiesa, luminosa e solenne, divenne punto di riferimento per le celebrazioni più importanti, ma anche per le semplici liturgie quotidiane che accompagnano la vita di una comunità. L’episcopio, invece, si fece casa di incontro, luogo di decisioni e di servizio, simbolo della Chiesa che non si chiude ma vive in mezzo al suo popolo. A Kielce, la verità e la carità si tradussero così in pietre che parlano di fede e di comunione.

La Chiesa e il nuovo arredo interno a Zakopane – Polonia

Ai piedi dei monti Tatra, nella suggestiva città di Zakopane, la fede della gente di montagna si intreccia da sempre con la bellezza della natura. Monsignor Francesco Cuccarese, con la Fondazione In Veritate et Charitate, sostenne la realizzazione e l’arredo di una chiesa destinata a diventare il cuore pulsante della comunità. Non era solo un edificio sacro, ma un’opera di arte e di spirito: altari scolpiti con cura, icone luminose, arredi liturgici capaci di trasmettere il senso del sacro e di elevare l’anima verso Dio.
Ogni dettaglio fu pensato come preghiera: il legno caldo delle panche, i colori delle vetrate, l’armonia del presbiterio. Così la chiesa di Zakopane divenne un luogo dove la comunità poteva riconoscersi, pregare insieme e sentirsi custodita. In un territorio segnato da tradizioni forti e radicate, l’opera di Mons. Cuccarese fu un dono che unì fede e bellezza, ricordando a tutti che la liturgia è la festa di un popolo che si ritrova in Cristo.

Il Seminario a Minsk – Bielorussia

In una terra segnata da decenni di restrizioni religiose, dove la fede cattolica aveva vissuto a lungo nell’ombra, Monsignor Francesco Cuccarese volle che la speranza avesse un volto nuovo. Con il sostegno della Fondazione In Veritate et Charitate fu promosso a Minsk un seminario per la formazione dei futuri sacerdoti, un luogo in cui i giovani chiamati al ministero potessero crescere nella conoscenza e nella spiritualità.
Quelle mura non erano semplici aule di studio, ma una casa della fede: qui si imparava non solo la teologia, ma anche la dedizione al popolo, la forza della preghiera, la bellezza di una vocazione che diventa servizio. Ogni seminarista che varcava la soglia trovava fratelli, guide, maestri capaci di sostenerlo lungo il cammino. Il seminario divenne così segno concreto di rinascita per la Chiesa bielorussa, simbolo di una nuova primavera della fede dopo gli inverni della persecuzione.

Il Grande Seminario Interdiocesano a Leopoli – Ucraina

A Leopoli, cuore cattolico dell’Ucraina occidentale, la fede ha sempre resistito anche nei tempi più duri. Monsignor Francesco Cuccarese, attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate, sostenne la realizzazione di un grande seminario interdiocesano, destinato a diventare il centro nevralgico per la formazione di numerosi futuri sacerdoti.
Qui giovani provenienti da diverse regioni del Paese si ritrovavano per condividere non solo gli studi, ma la vita quotidiana, l’amicizia e la preghiera. Le aule risuonavano di lezioni di teologia, storia della Chiesa e Sacra Scrittura, mentre le cappelle accoglievano il silenzio delle adorazioni e delle liturgie comunitarie.
Quel seminario non era semplicemente un edificio, ma un segno potente della Chiesa che rinasceva con forza, pronta a offrire nuove guide spirituali al suo popolo. In una terra che conosceva ancora ferite di povertà e conflitti, la presenza di tanti giovani in formazione fu il simbolo di una speranza che non muore: la certezza che la fede, se custodita in veritate et charitate, è capace di rigenerare intere comunità.

La nuova grande chiesa parrocchiale a Zakopane – Polonia

Zakopane, città ai piedi dei monti Tatra, è da sempre un luogo in cui fede e tradizione si intrecciano con la vita semplice delle comunità di montagna. Qui, Monsignor Francesco Cuccarese volle lasciare un segno duraturo: la costruzione di una nuova grande chiesa parrocchiale, capace di accogliere un popolo numeroso e fervente.
La Fondazione In Veritate et Charitate rese possibile l’opera, che non fu pensata solo come edificio ma come cuore pulsante della comunità. Le campane, risuonando nella vallata, annunciavano a tutti che quella era la casa di Dio aperta a chiunque volesse entrare. Dentro, la luce filtrava dalle vetrate colorate, avvolgendo i fedeli in un’atmosfera di raccoglimento e di gioia.
La nuova chiesa divenne il centro delle celebrazioni, delle feste popolari e delle catechesi, luogo in cui bambini, giovani e anziani si riconoscevano parte di una stessa famiglia. In essa si concretizzava la visione di Mons. Cuccarese: una Chiesa viva, bella e accogliente, costruita non solo con mattoni ma con la fede del suo popolo.

L’acquisto dei terreni per scuole a Santa Cruz de la Sierra – Bolivia

A Santa Cruz de la Sierra, nel cuore della Bolivia, Monsignor Francesco Cuccarese intuì che il primo passo per costruire il futuro fosse preparare lo spazio per i sogni delle nuove generazioni. Con la Fondazione In Veritate et Charitate vennero acquistati terreni destinati a diventare scuole e università, un gesto che non portava subito edifici innalzati, ma che conteneva già in sé la promessa di un domani diverso.
Quei campi, apparentemente vuoti, furono consacrati all’educazione e alla crescita culturale. Ogni metro quadrato parlava di libri ancora da aprire, di aule ancora da costruire, di ragazzi che un giorno avrebbero potuto sedersi su quei banchi e ricevere la possibilità di cambiare la propria vita.
Era un investimento di fede e di lungimiranza: seminare oggi perché domani altri potessero raccogliere. In quelle terre, rese sacre dalla visione e dalla speranza, il motto “In veritate et charitate” si faceva progetto concreto, radici per un futuro di conoscenza, dignità e riscatto sociale.

Il Centro di formazione per operatori sanitari a Cotonou – Benin

A Cotonou, vivace capitale del Benin, Monsignor Francesco Cuccarese comprese che la carità non poteva limitarsi al soccorso immediato, ma doveva tradursi anche in preparazione e professionalità. Attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate nacque così un centro di formazione per operatori sanitari, pensato per offrire ai giovani la possibilità di apprendere competenze mediche e infermieristiche, mettendole al servizio della propria comunità.
Non era solo un luogo di studio, ma una vera scuola di vita. Gli allievi imparavano a curare le ferite del corpo, ma anche ad avvicinarsi al malato con rispetto, compassione e umanità. Ogni lezione era un atto di speranza, ogni tirocinio negli ospedali locali un gesto di solidarietà concreta.
Il centro di Cotonou divenne un faro per l’intera regione: formare i giovani significava garantire cure migliori alle famiglie, ai bambini, agli anziani. Mons. Cuccarese amava ripetere che “la carità deve avere mani sapienti”, e in Benin quelle mani cominciarono a moltiplicarsi, segno tangibile di un Vangelo che guarisce e ridona dignità.

L’ala ospedaliera in Russia per S.E. Tadeusz Kondrusiewicz

In Russia, terra vasta e complessa, Monsignor Francesco Cuccarese coltivò un’amicizia fraterna con il vescovo Tadeusz Kondrusiewicz, pastore attento e guida coraggiosa della comunità cattolica. Da questo legame nacque un gesto concreto di solidarietà: con il sostegno della Fondazione In Veritate et Charitate fu costruita una nuova ala ospedaliera, destinata ad accogliere i malati in condizioni di particolare fragilità.
L’opera non era soltanto un ampliamento edilizio, ma un vero segno di vicinanza della Chiesa a chi soffriva. Corsie più ampie, stanze attrezzate, spazi per la riabilitazione e per l’assistenza medica divennero strumenti di misericordia concreta. Per molti pazienti, quell’ala nuova significò la possibilità di ricevere cure dignitose, senza dover affrontare lunghi viaggi o rinunciare alla speranza.
Il progetto testimoniava una verità semplice ma potente: quando la Chiesa si mette al servizio dei malati, il Vangelo si fa carne viva. In quella collaborazione fraterna tra due vescovi, la carità superò ogni confine geografico e divenne linguaggio universale.

I centri protesi a Jamot (Camerun) e in Burundi

Tra le ferite più dolorose che la povertà e i conflitti lasciano ci sono i corpi mutilati, privati della possibilità di camminare, lavorare, abbracciare. Monsignor Francesco Cuccarese, attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate, volle rispondere a questo dramma con opere di grande umanità: la costruzione di centri protesi presso l’ospedale Jamot in Camerun e in Burundi.
In queste strutture, uomini e donne che avevano perso arti a causa di malattie, incidenti o guerre trovavano non solo cure, ma una nuova possibilità di vita. Tecnici specializzati modellavano protesi, fisioterapisti accompagnavano i pazienti nella riabilitazione, e ogni passo riconquistato diventava una vittoria della speranza.
Non erano luoghi di semplice assistenza medica, ma case di rinascita. Qui la sofferenza incontrava la scienza e la carità si faceva tecnologia al servizio della persona. Mons. Cuccarese amava dire che “ridare il passo a chi non cammina significa restituire dignità a un fratello”, e in Camerun e in Burundi queste parole presero forma concreta, trasformando il dolore in possibilità di futuro.

Il centro di alfabetizzazione in Costa d’Avorio

In Costa d’Avorio, dove l’analfabetismo era una barriera che condannava intere generazioni alla povertà e all’emarginazione, Monsignor Francesco Cuccarese volle piantare un seme di speranza. Con la Fondazione In Veritate et Charitate fu avviato un centro di alfabetizzazione, pensato per offrire a bambini, giovani e adulti la possibilità di imparare a leggere e scrivere.
Ogni lezione era un atto di liberazione: le mani che tracciavano per la prima volta le lettere sul quaderno si aprivano anche a un mondo nuovo, fatto di dignità e di possibilità. Le donne, spesso le più escluse, trovavano qui la forza per riscattarsi e partecipare con voce propria alla vita della comunità.
Quel centro non era solo un’aula, ma un luogo in cui la conoscenza diventava carità. Per Mons. Cuccarese, insegnare a leggere il Vangelo e un contratto, una preghiera e un documento, significava abbattere le catene dell’ignoranza. In Costa d’Avorio la carità prese la forma di un alfabeto, e ogni parola imparata fu un passo verso la libertà.

La libreria a Kielce – Polonia

A Kielce, città dalla lunga tradizione culturale e religiosa, Monsignor Francesco Cuccarese volle che la carità si traducesse anche in conoscenza e diffusione del pensiero cristiano. Attraverso la Fondazione In Veritate et Charitate fu aperta una libreria che non era soltanto un luogo di vendita di libri, ma un vero e proprio centro culturale.
Gli scaffali custodivano testi di teologia, spiritualità, letteratura sacra e opere educative, offrendo a sacerdoti, studenti e famiglie la possibilità di approfondire la propria fede e di nutrire la mente. La libreria divenne presto punto d’incontro per dibattiti, letture e momenti di formazione comunitaria, uno spazio dove il sapere si intrecciava con la preghiera e l’impegno civile.
Per Mons. Cuccarese, diffondere libri significava seminare luce. In ogni volume sfogliato, in ogni parola letta, c’era la possibilità di far crescere la coscienza di un popolo. A Kielce, dunque, il Vangelo si fece cultura e la cultura si fece carità, in perfetta armonia con il suo motto episcopale: In veritate et charitate.

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